La seconda guerra civile americana

Foto da Italynews

12 dicembre 2020

The Second Civil War (la seconda guerra civile) è un film per la televisione americano diretto da Joe Dante. Il film racconta, in chiave grottesca e cinica, ’inizio e lo svolgimento di una immaginaria seconda guerra di secessione americana.

La causa è una crisi con uno Stato dell’Unione l’Idaho. La crisi evolve malamente e da luogo ad uno scontro armato nel paese. Il film racconta un processo ad effetto domino che parte dalla questione dell’accoglienza di un aereo di bambini sopravvissuti ad un attacco nucleare a Karachi durante una guerra lampo fra Pakistan ed India.

Il film mette in correlazione luoghi simbolo a contraddizione insite agli Stati Uniti.

Sull’onda delle pressione dei media televisivi, la contrapposizione fra milizia dell’Idaho e Guardia Nazionale dà origine a scontri in tutto il paese: scoppiano disordini in California tra comunità ispanica e afroamericana. L’Alabama parteggia per la comunità Indù. La comunità ispanica distrugge Fort Alamo aprendo i confini con il Messico. Gli indiani Apache, nella riserva fra Idaho e Wyoming, permettono il passaggio alle truppe della Guarda Nazionale in cambio del permesso di costruire un casino a Little Big Horn. Ed in questo clima il serial fa iniziare lo scontro militare che coinvolge tutto il paese.

Oltre la finzione cinematografica, lo scenario americano appare ancora più complesso. L’I dal to non è vicino al Texas il cui Procuratore Generale, Ken Patton ha proposto ricorso alla Corte Suprema contro le modifiche alle procedure elettorali di quattro stati Georgia, Michigan, Pensylvannia e Wisconsin. Questa mossa per tentare, se accolto il ricorso, di far scendere i voti di Biden da 306 a 270. Si tratta di una mossa senza precedenti che se avesse successo potrebbe consegnare la vittoria a Trump.

Questo scenario da incubo per i Democratici è stato comunque evitato per poco. Tutti gli stati tranne il Wisconsin hanno confermato i risultati entro l’8 dicembre. Il 14 dicembre il collegio elettorale si riunirà ed eleggerà Joe Biden come 46 ° presidente degli Stati Uniti. Lo farà con un margine garantito di 306 voti contro 232

La Corte Suprema venerdì ha respinto  il ricorso  del Texas che aveva lo scopo le ribaltare le elezioni del 2020 e che contestava i risultati dei quattro stati.

Citando una mancanza di legittimazione, in un breve dispositivo, a firma del giudice della Corte Samuel Alito, si decide che lo Stato del Texas “non ha dimostrato un interesse giudizialmente riconoscibile per le modalità  in cui un altro Stato conduce le sue elezioni”, aggiungendo “Tutte le altre mozioni pendenti sono respinte come discutibili”.

In tal modo, i giudici hanno chiuso la vicenda con il respingimento del complesso ricorso del Texas per contestare le vittorie di Biden in Pennsylvania, Michigan, Georgia e Wisconsin, a cui si sono aggiunti altri 17 stati e oltre 100 repubblicani.

Tutto finito? Alcuni ricorsi, nei fatti, restano in piedi, ma politicamente la questione è tutt’altro che chiusa: i repubblicani sono furiosi ed un membro del congresso del Texas, numero uno dei repubblicani Allen West  è giunto a preconizzare un’Unione degli stati che rispettano la Costituzione , cioè , francamente, una secessione. E ha dichiarato: “”Gli Stati rispettosi della legge dovrebbero mettersi insieme e costituire una Unione di Stati che rispetterà e si atterrà sempre alla Costituzione”.

Ma la Corte Suprema, di maggioranza repubblicana, ha votato la propria risoluzione all’unanimitá.

“Un enorme e vergognoso fallimento della giustizia”: così Donald Trump su Twitter si sfoga contro la decisione della Corte Suprema di respingere il ricorso promosso dal Texas con cui si puntava al ribaltamento dell’esito delle elezioni presidenziali.

“Il popolo degli Stati Uniti è stato truffato e il nostro Paese disonorato”, prosegue Trump accusando l’Alta Corte di non aver avuto “coraggio e saggezza”.

Il tweet di Trump commenta un post dell’anchorman di Fox News Sean Hannity in cui si sostiene che dei giudici conservatori della Corte, Samuel Alito e Clarence Thomas, avrebbero permesso al Texas di portare avanti la causa sulle elezioni. A ‘tradire’ il presidente uscente, dunque, sarebbero stati proprio i tre giudici da lui nominati: Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh ed Amy Barrett.

Intanto a Washington i sostenitori di Trump hanno dato vita a una manifestazione e ci sono stati alcuni tafferugli. I dimostranti sono stati ‘incitati’ da Trump su Twitter: “Abbiamo appena iniziato a combattere!!!”. Lunedì, col voto dello Us Electoral College, sarà ufficializzata l’elezione di Joe Biden. Ma Trump non si arrende e scrive: “Wow! Migliaia di persone si stanno riversando per le strade di Washington per stoppare il furto delle elezioni. Non lo sapevo, ma li ho visti!” E ha aggiunto:”la battaglia é solo all’inizio!”

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